Negli ultimi giorni, sono tornato a Conselice, perché la situazione ormai è oltre l’assurdo, il Comune è nel caos la sindaca nei giorni scorsi ha chiuso le porte ai cittadini, i quali giustamente protestavano su quei pochi metri quadrati di terreno asciutto vicino al Municipio. Nel paese che vanta l’unico monumento alla libertà di stampa, che dedica ogni anno a questo tema una giornata o settimana di approfondimenti, con la partecipazione ovviamente dell’ordine dei giornalisti, di piccole e grandi autorità istituzionali e politiche, ebbene proprio qui si seleziona con quali giornalisti parlare e con quali no.
La sospensione della democrazia è la tentazione di tanti al potere e anche a Conselice un tentativo avviene, la sindaca prova a fare un consiglio comunale senza i consiglieri di opposizione (Rifondazione Comunista e la destra) di nascosto, non le riesce, per fortuna, era stupido solo il tentativo.
Intanto l’acqua che ha allagato Conselice da più di dieci giorni, per le istituzioni locali sembra meno importante di come apparire sui social, bene quell’acqua è diventata una vera e propria fogna, nelle case si è formata una melma scura e puzzolente, irrespirabile. Nel pomeriggio - notte di venerdì 26 finalmente inizia ad arretrare, si può iniziare a lavorare nelle case e cantine invase.
Arrivo a Conselice e il puzzo è ancora forte, come per Lugo le cataste di mobili e oggetti vari sono ovunque, vado da Franca e Fausto in via Puntiroli, che è libera, ma ai lati e nel retro il fiume puzzolente è ancora presente. Franca e Fausto sono compagni di Rifondazione, la loro casa ha una bandiera rossa fuori, come un presidio di esistenza. Franca però è anche tante altre cose come la creatrice di Sharhazad, un’associazione culturale che si occupa di infanzia e donne, molto attiva sul territorio. Ha fango ovunque, la casa fu brucia dai fascisti negli anni ’30 e nel ’59 subì l’allagamento pilotato di Conselice per salvare Lugo e il resto della Bassa Romagna. Ora è stata invasa dai volontari della Brigata di Solidarietà Attiva, formata da gente che viene da tutta Italia, fondata da Rifondazione e da movimenti della sinistra radicale. La Brigata è arrivata a Conselice, ma ha fatto tappa un po' ovunque nella provincia, per fortuna loro come tanti volontari arrivati da ogni parte della regione e del Paese non hanno rispettato l’ordinanza del Prefetto.
Anche qui a Conselice come negli altri luoghi martoriati il popolo, cittadini e volontari, hanno portato via l’acqua con i propri mezzi, hanno creato una vera e propria organizzazione di massa, si è visto già con la messa in sicurezza di Lavezzola, hanno dovuto sopperire alla “macchina dei soccorsi” che non era adeguata alla situazione, nonostante gli uomini e le donne della protezione civile e dei corpi vari hanno fatto e fanno l’impossibile.
Lascio Franca, è distrutta ma combattiva, lascio la Brigata e vado in via Don Minzoni, la bandiera rossa si agita al vento, vado a vedere Sara la figlia di Franca e il fratello, ovviamente danni incredibili anche li, volontari che tirano via fango e acqua, racconti sull’allagamento, mi impressiona la mucillagine sulle pareti, simbolo della tossicità dell’acqua.
Giro per strada le persone sono distrutte, alcuni guardano la propria strada ancora allagata seduti a terra, non ce la faccio a fare fotografie, rispetto l’intimità anche quando sono i conselicesi ad avvicinarmi, vedono la macchina fotografica, con rabbia mi dicono “ti prego raccontate cosa sta succedendo qui, la tv prima ci fa parlare ma poi non manda niente, tagliano chi critica il comune e la regione” è un signore col carretto pieno di roba da buttare alla rotonda della scuola elementare, torna indietro e mi fa ”basta con la storia di romagna mia, qui siamo nella merda”
La domenica mattina c’è stata un’altra protesta sotto il Municipio, numerosa con anche le Brigate della Solidarietà in aiuto, ma alcuni cittadini mi dicono, hanno paura di esporsi, temono il potere locale, mi fanno notare che a Lavezzola hanno fatto da soli salvando la frazione, ma c’è ancora l’ordinanza della chiusura degli esercizi commerciali, nonostante siano all’asciutto.
Mi fermo in una traversa, lo faccio con istinto, si chiama via Venezia e l’acqua li c’è ancora. Mi avvicinano dei volontari da Ravenna e dei residenti “qua abbiamo fatto tutto noi” una signora “non abbiamo ricevuto istruzioni, per fortuna questi ragazzi hanno portato le pompe e i generatori”. Anche qui le persone sono arrabbiate e si sentono trascurate “sono venuti ad intervistarci, ma non si parla mai di responsabilità”.
Non sono stato ancora a Faenza, ma dalle immagini di distruzione, e avendo visto Sant’Agata capisci la violenza del corso d’acqua che arriva e domina su tutto. Quelle città saranno un simbolo sulla natura che si riprende gli spazi, Conselice invece ha una valenza più importante anche se in larga parte non ha visto quella violenza.
Conselice è la dimostrazione che la grande Emilia Romagna dell’Organizzazione, della competenza, vanto degli amministratori locali e regionali, non c’è più. Conselice è l’Impero Romano che sotto Odoacre alla fine cede, e come per l’Impero Romano le crepe si stavano vedendo già da anni, ma si ignoravano. La scuola la sanità, la classe dirigente mediocre peggiorano, ma si nasconde tutto sotto le statistiche. Poi arriva l’acqua e si scopre che il gigante era un nano. Dopo Conselice nulla sarà come prima per chi esercita il potere.
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Franca Masironi BRIGATE SOLIDARIETA' ATTIVA
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