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UN SABATO DI RIPARTENZA

2023-07-08 18:44

Studio Iorio

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UN SABATO DI RIPARTENZA

Il binario non c’è più è stato rimosso per i lavori, ma dopo il crollo dell’argine di Sant’Agata in realtà erano integri e collegati ancora al loro...

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Il binario non c’è più è stato rimosso per i lavori, ma dopo il crollo dell’argine di Sant’Agata in realtà erano integri e collegati ancora al loro ponte, non avevano più la terra sotto e di lato, verso il cavalcavia, il fiume Santerno aveva sfondato l’argine portando acqua e fango con sé verso il centro del paese di Sant’Agata. Io e Angela guardiamo atterriti il paesaggio intorno, il segno del passaggio dell’acqua sui campi coltivati e soprattutto l’argine ricostruito che è marrone terra distinguibile dal resto, che è rimasto verde, ci fa capire davvero la proporzione del disastro, possiamo immaginare quasi vedere la quantità di terra che è crollata.

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Ma ripartiamo dall’inizio del nostro giro nel territorio, una settimana intensa. Siamo in una fase di post emergenza, almeno così la raccontano i media, i problemi sono ancora tanti e le persone lo sanno, ma si inizia a vedere un rallentamento dell’apparato di “assistenza”, ci sarebbe bisogno ancora di procedure di emergenza nella gestione dei rifiuti “alluvionati” e per rimuovere il fango etc., ma così non sembra e quindi si sta bloccando burocraticamente anche la normale gestione di una città, anche nella famosa ripartenza si iniziano a vedere le problematiche: chi può riparte mettendoci i propri soldi, molti non possono. La rabbia è in crescita.

 

Questa settimana inizia sabato 1 luglio con un caldo che consiglierebbe di stare a casa, ma invece chiamo l’amica Angela Dall’Olio e le chiedo di farmi da Cicerone a Sant’Agata Sul Santerno. Angela è cresciuta a Sant’Agata e solo da un anno si è trasferita a Lugo, conosce bene il comune e i suoi luoghi, è stata anche tra i volontari che accorsero subito ad aiutare la popolazione, avevo bisogno di vedere quello che aveva visto lei.

 

Partiamo dal Cimitero di Sant’Agata e stavolta passiamo dal famoso cavalcavia del Santerno che di solito è chiuso per i lavori di ripristino dell’argine, ormai la chiusura o l’apertura del ponte è lasciata al caso. Il cimitero è ancora chiuso per motivi di sicurezza, giustamente le priorità sono state tantissime Sant’Agata ha visto in alcune zone l’acqua ai primi piani dei palazzi. Ci sono ancora i segni freschi dell’acqua, più in là c’è un confessionale salvato dal fango in pessime condizioni.

 

Di lato al cimitero, come in un ironico cerchio della vita, c’è un parco per bambini e mi rendo conto che siamo sotto l’argine del Santerno, è stupido da parte mia perché per è appena dopo il ponte dovrei saperlo, ma il muro marrone apparso all’improvviso mi ha impressionato, da napoletano trapiantato è sempre stato così, ma da maggio 2023 mi mette anche un po' di disagio. Il parco ha solo la stradina principale liberata dal fango il resto è tutto coperto, addirittura il fango secco e crepato ha formato delle vere e proprie piastrelle dure da rompere. L’assenza dei bacini di laminazione è stata una delle cause dei troppi danni causati dall’alluvione,  che in molti rimproverano a chi gestisce il territorio, ebbene il parco involontariamente ha fatto da bacino ed ha evitato che la forza del misto terra-acqua arrivasse con la sua devastazione alle case poste tra l’argine e il parco.

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Lasciamo il parco e andiamo verso l’asilo paritario Azzaroli liberato dal fango e danneggiato gravemente, di sicuro non ripartirà per settembre, solo il suo giardino interno sarebbe utilizzabile. Arriviamo nella piazza del centro superando case e negozi aperti per far passare l’aria affinché asciughi i muri, all’interno sono distrutti, scheletri di quello che erano prima, una situazione che abbiamo visto anche a Faenza. In piazza Umberto I c’è una piccola festa, un primo tentativo di ripartenza e stando in Romagna ovviamente si mangia, Il tempo di qualche saluto e continuiamo il nostro giro, mi fermo al pannello luminoso degli avvisi comunali un messaggio dice “Biblioteca chiusa 16 e 17 maggio causa maltempo” purtroppo non aprirà più, ora si sta lavorando per il ripristino. 

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Entriamo nella chiesa di piazza Rambelli i danni sono soprattutto nelle stanze del retro, la canonica è inservibile, ovviamente in tutti i locali dove entriamo l’odore di fango e umidità è forte, ma ormai non lo sentiamo più, i banchi sono stati sostituiti da sedie e in una stanza posteriore sono stati accatastati in attesa di restauro, e del denaro per farlo.

 

Parlando con Angela ci viene naturale una riflessione: “Di solito quando c’è una disgrazia tipo terremoto che avviene la notte la si maledice perché la gente viene sorpresa in casa nel sonno, qui bisogna dire che la notte è stata fondamentale per salvare molte vite, se gli argini avessero ceduto di giorno con le persone in giro le attività aperte, le chiese, le scuole con i bambini etc. Sarebbe stata una strage” Chi stava dal primo piano in su si è salvato perché era notte ed era in casa, mentre ce lo diciamo immaginiamo le strade intorno a noi piene.

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Incontriamo per caso un signore con la moglie, ero fermo davanti ad una casa rosa che mi aveva colpito, il signor Giuliano mi dice che quella e la sede dei Repubblicani di Sant’Agata, io da attivista politico e militante di partito mi fiondo dentro con Giuliano e scopro che di cognome fa Mazzini ed è Repubblicano da generazioni, con quel cognome poi come fai a non esserlo. È Il locale dove il segno del fango è netto, forse il più evidente che ho visto. Il signor Giuliano è un vispo ottantenne con un occhio azzurro notevole, va a ballare la sera, e infatti mentre mi spiega cosa si faceva nelle varie stanze della sede lo fa quasi ballando, si sposta da un punto all’altro “nel bar abbiamo festeggiato il battesimo di mio fratello perché si chiama Giuseppe Mazzini”. 

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Il fango-acqua è stato molto altro ad un certo punto Giuliano si ferma davanti ad un muro lo immortalo, fa impressione siamo sui 2 metri, Giuliano sarebbe stato interamente sommerso, io sarei stato interamente sommerso. “Questa sede ha più di cent’anni, ha resistito alle bombe fasciste, chissà se verrà risistemata” un po' di tristezza la si legge in volto, Giuliano e la moglie Marisa ci salutano. Chissà come verrà ricostruita Sant’Agata penso tra me e me. 

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