Per l’ennesima volta salivo sul ponte di Cà di Lugo, frazione del Comune di Lugo, parcheggio dopo le transenne dei lavori in corso, il mio obbiettivo è il solito cercare di fotografare i nuovi argini, i lavori in corso, trovare buone immagini, quindi vado più volte al giorno con luce diversa del giorno.
Passeggio sempre su quelli verso Sant’Agata, sono appena finiti, dritti perfetti il terreno è compattato ma secco, sono più grossi ma danno l’impressione di essere un po' friabile. Tra uno scatto e l’altro quella mattina dell’11 luglio mi cade l’occhio dal lato di San Lorenzo, altra frazione di Lugo, vedo molti mezzi Caterpillar al lavoro e mi ricordo di una segnalazione che mi era arrivata sui social su quelle zone, le avevo messe in agenda più in là ma alla fine decido di andare subito. I lavori e i macchinari però erano tanti, rimando al tardo pomeriggio alla fine della giornata di lavoro.
Così parcheggiando su via Fiumazzo borsa in spalla mi avvicino e subito si vede l’effetto dell’acqua sui campi: detriti di ogni tipo ovunque, addirittura grandi pezzi di asfalto, grossi accumuli di fango a protezione di un altro campo, oggetti appartenute a case. A San Lorenzo è crollato un argine e ha distrutto il Mulino, struttura storica che di fatto col tempo si è trovata avvolta dal muro di terra. La violenza è stata talmente forte che ha lesionato anche un capannone di fronte, buttato giù pali di cemento, creato voragini, seppellito e distrutto auto che sono ancora lì.
Guardo questo paesaggio disastrato e ho la sensazione di fare un salto indietro nel tempo, a San Lorenzo sembra di essere ancora nella seconda fase dell’emergenza, quella con l’acqua andata via da poco. Il cantiere di ricostruzione ha bisogno di tanto spazio, la strada per Lugo è quindi chiusa dai materiali. Torno più volte li anche con Lucia, l’evolversi del cantiere offre anche scorci particolari i massi che si stanno istallando, poggiati momentaneamente nel fiume, danno l’effetto scogliera.
Appena dopo il mulino distrutto, trovo delle persone in strada conosco Eugenia che gestisce il ristorante ed è vicina di casa del Mulino distrutto, è lei in verità che mi fa notare l’edifico che non c’è più, io nel vedere quello spazio avevo una sensazione che mancasse qualcosa, ma non ricordavo. Eugenia mi parla del paradosso dell’argine, che il suo ristorante pure ha a ridosso, da un lato ha distrutto ma lei invece è stata protetta e mi inizia a parlare dei problemi post acqua. A circa 400 metri verso San Lorenzo “centro” è stato deciso di buttare giù un altro pezzo di argine perché ritenuto debole, da allora loro, insieme ai vicini di casa, vivono di fatto tra i due mega cantieri, l’ordinanza comunale gli vieta di stare a casa dalle 7.00 alle 20.00, ma non gli è stato dato né un alloggio alternativo nè un rimborso per affittare una casa.
Sembra incredibile ma è vero, queste persone sarebbero da multare se decidessero di stare in casa prima delle 20.00, una situazione da comma 22 o se vogliamo di ordinario menefreghismo e burocrazia, un mix che in Italia è letale. Quello che lamentano le persone che abitano tra i cantieri è il silenzio che è calato sulla loro situazione, media e istituzioni non ci sono, ed in effetti in pochi credo sappiano a Lugo della loro situazione, io e Lucia nonostante avessimo tanta documentazione non avevamo mai sentito questa storia, forse qualche articolo sul Mulino, ma della loro situazione attuale nulla, sono dimenticati. Ormai sono abituati a questo abbandono, anche qui nel racconto dei giorni dell’emergenze ci dicono che non sono stati raggiunti da allarmi, nessun corpo dello Stato è venuto a soccorrerli Eugenia vive sopra il ristorante con il marito e i suoi genitori anziani, hanno solo la solidarietà delle persone che stanno cercando di aiutarli, le istituzioni invece sembrano distratte da altro.