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NUOVO LIBRO

ERA DI MAGGIO

L'ALLUVIONE DEL 2023 

E IL POST IN ROMAGNA


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A SANT’AGATA LA PAURA RIEMPIE UN ASSENZA

2024-05-19 01:13

Studio Iorio

Reportage,

A SANT’AGATA LA PAURA RIEMPIE UN ASSENZA

È passato un anno dall’alluvione, un anno dalla notte tra il 17 e il 18 maggio 2023 quando Sant’Agata era diventata un tutt’uno con il suo fiume, il Santerno...

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È passato un anno dall’alluvione, un anno dalla notte tra il 17 e il 18 maggio 2023 quando Sant’Agata era diventata un tutt’uno con il suo fiume, il Santerno. Come già raccontato nel mio libro si è formato un comitato di cittadini chiamato “17 maggio 2023” il quale per il primo anniversario ha organizzato una manifestazione vicino al ponte ferroviario, simbolo della futura rinascita di Sant’Agata, ma anche di parte della Bassa Romagna.

 

C’è tanta gente, parcheggio l’auto al cimitero, tutti i parcheggi sono pieni e mi allineo alla processione che porta dal cavalcavia, passa dall’argine ricostruito e arriviamo al ponte ferroviario dove c’è altre persone accorse da Lugo, da Conselice, da Massa Lombarda a piedi o in bici. Pile di acqua in bottiglia ovunque perché c’è un sole estivo e si cerca di prevenire problemi, negli ultimi giorni il meteo è stato pessimo e delle forti precipitazioni hanno riallagato alcune strade di Lugo già colpite un anno prima, un memento amaro per i cittadini, solo gli stupidi o chi non vuole vedere per convenienza non ammette che ad un anno dall’alluvione è stato fatto poco per prevenire un altro disastro. Ci sono tutte le età, vittime e volontari, le famiglie portano i bambini, dovranno ricordare per il futuro, per non commettere gli stessi errori, ancora.

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Saluto amici e conoscenti e rincontro Roberta Ricci una delle anime del Comitato insieme a Massimo Tarozzi e tanti altri, a tutti faccio la stessa domanda “Vi hanno detto qualcosa? Faranno qualcosa?” ogni persona interpellata scuote la testa, parla di voci di corridoio, ma nessun ente, istituzione, presidente di qualcosa eletto o meno si è fatto sentire. La linea ferroviaria che collega Lugo a Lavezzola, e da lì a Ferrara e Venezia, è ancora interrotta, questa linea che consente a Sant’Agata e mezza Bassa Romagna di essere collegata ai centri più popolosi e di spostare persone e merci non ha visto ancora un progetto di adeguamento da parte di RFI, cioè dell’azienda di Stato per

la quale i cittadini pagano le tasse, la quale sotto sotto un pensierino di sopprimere la tratta lo sta facendo, sembra incredibile si parla di green di mobilità pubblica ed invece di raddoppiare le linee ferroviarie l’azienda di Stato vuole tagliare.

 

Quindi il ripristino della linea e il riadeguamento del ponte, il quale ora è sotto il livello del nuovo argine, è diventata la lotta dei cittadini della Bassa, loro non vogliono solo piangere pensando ai giorni dell’alluvione, ma anche mandare un messaggio: non ci stanno a diventare un Paese fantasma senza servizi.

 

La fortuna per i Romagnoli della Bassa è che tra ottobre e novembre si vota per la Regione e il Gota del PD si sta mobilitando, consiglieri regionali e lo stesso assessore Corsini, un papabile per la presidenza, si sono prodigati sui giornali per far sapere che c’è uno studio in corso. Uno studio curiosa parola, non un progetto, uno studio, stessa cosa che hanno detto gli amministratori di Lugo alla mancata pulizia delle fogne, segnalata dai cittadini, hanno risposto con articoli di giornale che riportano la dichiarazione di Hera che sta facendo uno studio per ampliare le fogne, studiando hanno dimenticato di pulirle. Oggi per prendere tempo si studia.

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“Mai Più” è la parola scritta sulle pale che molti hanno portato, mai più è scritto sul rimorchio che fa da palco, è la parola d’ordine della giornata, ma ce né anche un’altra che non si riesce ancora a nominare e la sdogana Michela Gianstefani, al primo intervento, è Paura, abbiamo paura, una paura che aumenta ascoltando anche Tarozzi perché la politica non risponde, non da visione per il futuro, fa muro, il vuoto fatto dalla politica è riempito dalla paura. Attenzione questa non è una manifestazione contro e non è dettata dalla rabbia, qui sul quel palco arrangiato sotto un sole estivo le persone chiedono con un’incredibile lucidità, alla politica di essere protagonista, di fare qualcosa, di farsi vedere, di dare una visione per il territorio. 

 

La celebrazione inizia con commozione ricordando le vittime dell’alluvione, dopo la signora Gianstefani tocca a Orazio Panzica del Forno Mercato, ci siamo rincontrati prima con Vincenzo ed è sempre un piacere rivederli, si piange e si ride i romagnoli non riescono ad essere drammatici del tutto. Chiude la manifestazione Tarozzi con lo striscione “Mai Più” si faccia quello che non si è fatto per anni, si riapra la linea ferroviaria perché è importante il treno. La polizia concede di poter fare una foto simbolo sul ponte, temono per la stabilità se fosse pieno di gente, viene gestito tutto con umanità e sorriso dalle forze dell’ordine.

 

Incredibile siamo nel 2024, in una regione che si vanta di essere motore dell’Italia eppure i cittadini devono fare manifestazioni per chiedere la linea ferroviaria, di fare gli interventi di salvaguardia del territorio, di non avere Paura, di vivere in sicurezza.

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Il mio libro "ERA DI MAGGIO, l'alluvione del 2023 e il dopo " è disponibile qui

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