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TRAVERSARA, INIZIA LA GUERRA TRA ENTI?

2024-10-14 14:07

Studio Iorio

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TRAVERSARA, INIZIA LA GUERRA TRA ENTI?

Traversara, 9 ottobre 2024, nella foto il passaggio dell'onda distruttiva al crollo dell'argine del Lamone (al centro in fondo in ricostruzione) Sabat

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Traversara, 9 ottobre 2024, nella foto il passaggio dell'onda distruttiva al crollo dell'argine del Lamone (al centro in fondo in ricostruzione)

Sabato 12 ottobre c’è stata una riunione pubblica a Traversara, una delle frazioni di Bagnacavallo colpite dall’alluvione di settembre 2024, la riunione aveva lo scopo di aggiornare la popolazione sullo stato dei lavori e su eventuali novità, alla fine dell’incontro era possibile fare domande al sindaco Giacomoni.

 

Il sindaco ha sottolineato che l’assenza di un commissario per la ricostruzione sta rallentando la possibilità di chi vive fuori la zona rossa di poter far controllare le case, ed eventualmente fossero apposto tornare a viverci, chi invece vive nelle zone rosse fino a quando il cantiere non è finito non potrà comunque tornare a casa, ammesso che la casa sia agibile, gli edifici in zona rossa erano vicini all’argine crollato le case sono distrutte e con alberi e legname all’interno, insomma la situazione non è risolvibile al breve. In generale senza la messa in sicurezza degli argini non si potrà tornare a vivere in quelle zone.

 

La riunione si è tenuta nell’unico bar del paese il Dante, il quale tra pochi giorni dovrebbe riaprire, la partecipazione è numerosa quando si arriva dentro la sala nel retro del bar sei investito dal puzzo di umidità e fango, ormai una puzza che è di casa in questi anni. Nella sala in attesa dell’arrivo del sindaco c’è un misto di tensione e paura per il futuro, lo sento dai discorsi delle persone, sono enormi i punti interrogativi sul presente e il futuro di Traversara, direttamente o indirettamente molti dicono “sarà sicuro vivere qui?”


 

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cittadini di Traversara alla riunione pubblica del 12 ottobre 2024

Il sindaco di Bagnacavallo però non riesce a tranquillizzare le persone, in sostanza nel suo discorso ammette che non può fare nulla se non riportare i disagi degli abitanti a chi gestisce l’emergenza, cercare di insistere su certe necessità, ma in sostanza come già riportavo nel mio libro sull’alluvione del 2023 per il caso di Tredozio, anche qui vediamo che la macchina dell’emergenza di fatto estromette i sindaci dalla gestione di quei pezzi di territorio, a Tredozio gli edifici pubblici dichiarati pericolanti dopo il terremoto sono stati di fatto sequestrati dalla Regione Emilia Romagna e il sindaco non può farci nulla.

 

Più i cittadini incalzano e più la débacle del sindaco è clamorosa, molte persone nei loro interventi lamentano l’assenza in passato della Regione sulla gestione dei fiumi, molti hanno documentato l’incuria dei corsi d’acqua, fatto denunce e segnalazioni soprattutto dopo il maggio 2023, ma non sono serviti a nulla anzi in alcuni casi le risposte degli enti erano totalmente e clamorosamente sottovalutanti del pericolo. Questo ci dice quanta impreparazione c’è nelle persone che devono occuparsi di questi problemi, ancora oggi in piena emergenza e ricostruzione degli argini io stesso ho filmato una pulizia del Lamone dove alla fine del lavoro molti tronchi e legname sparso sono stati lasciati all’interno del fiume, due giorni dopo, il 4 ottobre, ennesima allerta rossa ennesimo crollo dell’argine e allagamento del paese.

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Il sindaco di Bagnacavallo Giacomoni

Dalla sala ovviamente il tema dei rimborsi arriva e anche qui senza il commissario non si può procedere con la burocrazia, anche qui il sindaco ammette che la procedura del 2023 era difficile da assolvere, ma il Comune si propone di aiutare le persone ad assisterle. A differenza però del 2023, ed è una cosa che ho notato in tante zone colpite, le persone hanno chiara una domanda, che è quella fondamentale: Come sarà il futuro di questo territorio? Sarà necessario ricostruire in modo diverso? Potremmo cogliere l’occasione per ripensarlo e riprogettarlo?

 

Domande troppo avanti per una politica troppo debole, la politica oggi occupa posizioni dove non guida più verso un orizzonte, ma si fa guidare da lobby che la finanziano, queste lobby stabiliscono la linea politica, in assenza della popolazione, la politica è il passeggero che mette la faccia per la comunicazione. In questa riunione è evidente, la politica e i suoi rappresentanti non possono fare nulla, sono fermi e dalla sala persone come il signor Ricci con in mano la relazione regionale del 2011, ma la prima bozza e gli studi sono del 2001, fa vedere che la pericolosità di fiumi come il Lamone, proprio a Traversara, e il Sillaro si conoscevano da anni e che furono stanziati per i due fiumi più di 4 milioni di Euro, poi nel febbraio 2023 la maggior parte furono spostati.

 

Davanti a queste situazioni alla fine si cede e anche il sindaco Giacomoni ammette che è stato un errore spezzare la gestione dei fiumi in varie regioni e enti. Non è da poco tale ammissione e dopo le pesanti esternazioni di Isola, sindaco di Faenza, pare stia partendo una guerra tra enti, e non mi meraviglia che parta dai sindaci, i quali sono più a contatto con la popolazione. Ricordo che abbiamo eliminato la gestione dei fiumi da un unico ente nazionale grazie allo scempio fatto alla Costituzione con la riforma del Titolo V promossa allora dal Centro Sinistra, cioè il PD, la quale consentì alle regioni di occuparsi di certi temi oltre alla sanità anche la gestione dei fiumi, era l’inizio di quella autonomia differenziata che oggi il Centro Destra vorrebbe realizzare, ora stiamo cogliendo i frutti velenosi di quegli errori.

 

Come la relazione del 2011 dimostra ormai del territorio sappiamo già tutto, abbiamo mappato l’intera Italia come dimostra il sito www.idrogeo.isprambiente.it, manca una volontà politica, un progetto, una visione del futuro che l’attuale classe dirigente non può avere.

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Cittadini di Traversara ascoltano la riunione, nelle pareti il segno dell'acqua e fango, 12 ottobre 2024